L'architettura

architettura  "Siegue la terra di Novi. Sta questa situata in un Monte vicino la Montagna di S. Maria del Monte. E'questa terra murata all'antica con torrioni la maggior parte diruti e in alcone parti le cose li servono per mura. Vi sono tre porte, una detta de'Lombardi, l'altra di S. Giorgio, e l'altra di S. Nicola. Sono le strade anguste e pendigliose di pietra del Medesimo Monte (..,). (la descrizione continua riferendosi alla chiesa di S. Maria dei Lombardi) (...) La Chiesa dí S. Maria delli Lombardi consiste in una nave e cinque cappelle con suo altare maggiore, e custodia per il SS/mo; a destra dell'entrata vi sta un ius in corpore, che viene a stare sotto íl pavimento della chiesa (che) sta coverta di tetto, e soffitto di tavole. E' officiata dall'Abate, Arciprete e Cantore con tre sacerdoti, che vivono d'entrate consistentino m terren í(..,)".
  La descrizione del piccolo centro e della chiesa è attinto dalla relazione effettuata nel 1660 dall'ing. Cafaro da cui si desume come, nel corso del XVI e XVII secolo, Santa Maria dei Lombardi avesse assunto una posizione privilegiata proprio perchè presso di essa confluivano le rendite di altre parrocchie ormai soppresse. L'importanza di Santa Maria dei Lombardi ha però origini più antiche che si intrecciano con le vicende dei Longobardi, popolo devoto, capace di dare unità spirituale e storica alla complessa geografia religiosa e territoriale del Cilento; da una parte, quindi, la divisione del territorio in due circoscrizioni, le cui sedi furono appunto Novi e Rocca Cilento, dall'altra, fondare a Novi una chiesa che si contrapponesse con la liturgia latina alla officiatura del rito greco di S. Maria dei Greci.
Un ruolo e una importanza quella di S. Maria dei Lombardi che si delinea maggiormente nei secoli XVI-XVII, con il succedersi, nella gestione politica e territoriale di Novi, di famiglie baronali quali i Marzano, i Pignatelli, i Carafa, gli Zattera. Presenze che impongono e determinano nella vita culturale ed artistica del piccolo centro, scelte e modelli. Del resto i presupposti controriformistici tendenti a promuovere stabilità ed omogeneità culturale; la pressante richiesta di immagini "devote" da parte della committenza; le rappresentazioni figurative che diventano supporto all'insegnamento orale del sacerdote; la maggiore versatilità della pittura su tavola che offre possibilità di innovazioni formali, rispondendo anche meglio ai particolari gusti devozionali ed estetici dei committenti, promuovono e determinano il gusto e le tendenze che caratterizzano buona parte delle opere artistiche appartenenti alla chiesa.


Testi tratti da:
C. Zennaro, V. Cerino, S. Maria dei Longobardi, Pro Loco di Novi Velia, 1995.



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