I dipinti
Al XV secolo risale la tavola Adorazione dei Magi di Cristoforo Faffeo, artista di cui si attesta la presenza a Napoli presso la corte Aragonese tra il 1489 ed il 1497, e già conoscitore delle opere romane di Melozzo e Antoniazzo. Il dipinto del 1497 (documentato) pone il Faffeo in un aggiornamento delle novità romane del Pinturicchio. La critica individua come riferimento iconografico il Presepe di Pinturicchio nella cappella della Rovere a S. Maria del Popolo a Roma, realizzato tra il 1488 ed il 1490. Allo stesso secolo appartengono gli affreschi della cripta raffiguranti la Natività di Cristo, databili ai primi anni del XV secolo. Il dipinto murale, recentemente restaurato, si caratterizza per l'intensa religiosità popolare che non può essere disgiunta dallo studio e dalla conoscenza delle fonti scritte e verbali. L'intento dell'artista è fortemente narrativo, ricco di colorito romanzesco da arcaica fiaba popolare. L'elaborazione è intrisa di una cultura orientale ed ellenistica, che si rià ai Vangeli Apocrifi con un riferimento alla Natività raccontata dallo Pseudo-Matteo.
Al XVI secolo risale l'imponente polittico di G. F. Criscuolo posto sull'altare maggiore firmato e datato sul basamento che affianca la tavola con S. Giovanni Battista: "Io HAnn E/ PHILIPPU/ DE NEAPLI PiNSIT/1540".
L'iconografia del polittico, proposta dalla critica si delinea in questo modo: l'Eterno Padre, seguono S. Lucia, la Madonna con Bambino, la Maddalena, il S. Giovanni Battista, l'Adorazione dei Magi, il S. Marco. Al di sotto nella predella, (di cui sono presenti solo due tavolette) gli Angeli oranti. La Madonna con Bambino è la copia della Madonna del pesce di Raffaello realizzata tra il 1512 e il 1514 (attualmente presso il Museo del Prado di Madrid). L'opera di un'efficacia neoraffaellesca, probabile frutto di un aggiornamento romano avvenuto dopo il 1536, pone il Criscuolo, come un'artista raffinato e capace di confrontarsi con gli esiti e gli sviluppi contemporanei della pittura cinquecentesca a Roma, Firenze in Emilia e Lombardia. A destra dell'altare maggiore vi è una tavola raffigurante la Madonna con Bambino tra S. Caterina d'Alessandria e Santo Vescovo. Il dipinto è di un anonimo pittore individuato dalla critica come il Maestro di Vallo della Lucania, realizzato tra il terzo e quarto decennio del Cinquecento. E' un'opera che si caratterizza per la semplificazione formale nella costruzione dei personaggi e nella stesura dei colori. L'artista fa sue le istanze manieristiche romane del Vasari, Salviati, Gherardi e Roviale, in un'aggiornata sintesi "accademica" della maniera moderna tra Raffaello e Michelangelo. Il dipinto trova riscontro con un'altra opera dello stesso artista realizzata per Vallo della Lucania: il polittico di S. Maria delle Grazie, anch'esso datato tra il terzo e qnarto decennio del XVI secolo.
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