Le sculture
La scultura lignea S. Margherita, probabilmente proveniente dalla chiesa di S. Margherita è opera di uno scultore dei primi anni del XVI secolo. Il manufatto dimostra che l'ignoto artista è a conoscenza delle soluzioni formali prodotte da Giovanni e Pietro Alamanni (presenza "nordica" a Napoli alla fine del XV secolo). A questo però si aggiunge che, l'opera richiama stilemi e tipicità delle soluzioni figurative prodotte da Giovanni da Nola. L'artista napoletano è, infatti, operante a Teggiano tra il 1506-1508 per l'importante commissione del Compianto e a Padula per la statua di S. Maria primo ventennio del XVII secolo. Sulla base della scultura vi è una iscrizione Valenzanus che ci riporterebbe ad un probabile committente quale fu un fra Mauro Valenzano, documentato come priore del convento dei Padri Celestini, annesso alla chiesa di S. Giorgio tra il l6l3-l621.
L'iconografia si arricchisce di un particolare che è quello del monticello su cui la Madonna ed il Bambino stanno seduti, e di uno stemma con un'aquila bifronte con corone, forse riferito al committente. L'immagine è stereotipata e si rifà ad una tipologia molto utilizzata alla fine del Cinquecento: alle Madonne della Vittoria (realizzate per ricordare la battaglia di Lepanto) con l'uso della tecnica dell'estestofado che tanta fortuna aveva avuto nel corso del secolo. Il dipinto su tavola, il Matrimonio mistico di S. Caterina è di un pittore che tenta di caratterizzarsi attraverso la conoscenza e le elaborazioni semplificate delle evoluzioni raffaellesche del Sabatini e del Criscuolo.
Il dipinto, databile tra il quarto decennio del XVI secolo, ha una resa pittorica e approssimativa dettata anche dalla sproporzionata e impacciata figura del Battista. Il gruppo scultoreo dell'Annunciazione, attualmente nella cripta, è opera del XVIII secolo attribuibile alla bottega di Giacomo Colombo.
Il riferimento iconografico è l'Annunciazione realizzata a S. Arsenio, nel Vallo di Diano dallo stesso autore. L'importanza assunta dalla chiesa di S. Maria dei Lombardi è tale da indurre Papa Innocenzo X, il 26 maggio del 1648 di concedere a chiunque avesse visitato septem Altaria quatenus sita in ecclesia Sancta Maria de Lombardi nuncupatis loci Novi Caputaque diocesis le indulgenze di rito.
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